CENTRO PER IL DISTURBO DEI COMPORTAMENTI ALIMENTARI
Il centro per disturbi del comportamento alimentare
Un giovane su dieci accusa disagi nel rapporto con il cibo: anoressia, bulimia, ossessione per i cibi sani, dieta ferrea, ossessione per la palestra sono segnali di una relazione difficile con il nostro corpo e con noi stessi, con effetti dannosi sulla salute psichica e fisica di adolescenti e adulti. Terra Mia aiuta ad affrontare le patologie e a individuare cure e soluzioni. Il centro per i disturbi del comportamento alimentare, accessibile a tutti e gratuito, risolve i problemi legati al rapporto con il cibo, offre uno spazio di accoglienza e propone percorsi, consulenze nutrizionali e trattamenti con il supporto di medici e psicologici
Il rapporto con il cibo è strettamente legato, fin dalla nascita di ciascun individuo, ad aspetti intrapsichici e relazionali. L’attaccamento con la madre è caratterizzato dall’allattamento (naturale, ma anche artificiale) e le prime relazioni affettive sono legate all’alimentazione. Ogni momento della vita è segnato dal cibo che coinvolge e permea tutte le relazioni (pasti in famiglia, pasti di coppia, pasti con gli amici…). Il rapporto con il cibo, inoltre, è strettamente legato al rapporto con se stessi e il proprio corpo, quindi connesso alla tematica del piacere, del controllo, dell’autostima, della gestione delle emozioni.
Sempre di più, nel mondo occidentale, il rapporto con il cibo ed il corpo sta diventando problematico e centrale in età evolutiva e non solo. I disturbi precisi sono diagnosticabili come disturbi dell’alimentazione e della nutrizione; secondo il recente DSM5 (il “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”) tali patologie sono caratterizzate da “un persistente disturbo dell’alimentazione o di comportamenti collegati con l’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale”. Il DSM5 include le seguenti categorie diagnostiche (le prime tre riguardano soprattutto i disturbi della nutrizione dell'infanzia): pica, disturbo di ruminazione, disturbo da evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo, anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, disturbo della nutrizione o dell’alimentazione senza altra specificazione.
La variabilità sintomatologica dei vari disturbi osservati nella pratica clinica, tuttavia, si discosta spesso dai quadri classici. Esistono, inoltre, atteggiamenti problematici, non ancora diagnosticabili come veri e propri disturbi, e funzionamenti subclinici che costituiscono un alone comportamentale che sarebbe opportuno intercettare in un’ottica di prevenzione e trattamento precoce. Anche perché i primi sintomi insorgono in età evolutiva e, secondo la letteratura scientifica, il tasso di incidenza tende ad aumentare, mentre l’età d’insorgenza tende sempre più ad abbassarsi, coinvolgendo la preadolescenza ed anche l’infanzia.
Nei paesi occidentali la prevalenza tra le adolescenti e le donne adulte è dell'1-3% per la bulimia e dello 0,5-1 % per l’anoressia. Si calcola che in Italia, nella fascia d’età tra i 15 e i 25 anni, circa il 10% delle ragazze viva qualche disagio legato al rapporto con il cibo. Seppure per le patologie conclamate, il rapporto tra maschi e femmine è di 9:1, anche in ambito maschile si tratta di una problematica in crescita.
Oltre alla classificazione del “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, vi sono altri disturbi emergenti da tenere in considerazione, come l’ortoressia, l’ossessione per il cibo sano, o la vigoressia, il pensiero fisso per la forma fisica e un’alimentazione ipocalorica e iperproteica. E l’obesità, sempre più diffusa nel mondo occidentale a partire dall’età infantile, presenta spesso implicazioni psicologiche e squilibri nel modo di rapportarsi a se stessi.
Infine, bisogna tener conto del fatto che spesso i disturbi alimentari si presentano in comorbilità con altri disturbi, prioritariamente i disturbi dell’umore, i disturbi da dipendenza patologica e i disturbi di personalità.
I disturbi del comportamento alimentare costituiscono un’area d’intervento cruciale per il benessere degli individui, soprattutto in età evolutiva. Un rapporto con il cibo problematico o patologico è segnale di una difficile relazione con il proprio corpo, con se stessi e l’immagine di sé, con la propria storia. Questi aspetti possono avere effetti molto dannosi sulla salute psichica e fisica di adolescenti e giovani adulti.
I disturbi del comportamento alimentare, oltre alle fragilità personali, sono correlati con modelli socio culturali caratterizzati da valori e simboli guida contraddittori e negativi, che innescano poi processi psicosomatici e somatopsichici particolari. Secondo le linee guida più recenti (“Nice”, National Institute for Health and Care Excellence del Regno Unito, e Istituto Superiore della Sanità), gli interventi, basati su standard universali di “best practice”, devono essere precoci, multidimensionali e multiprofessionali, in modo da cogliere i sintomi al loro primo emergere.
L’eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e del controllo dell’alimentazione, secondo un approccio transdiagnostico, è di primaria importanza nell’insorgenza e nel mantenimento dei disturbi dell’alimentazione: la maggior parte delle altre caratteristiche cliniche, infatti, deriva direttamente o indirettamente da essa. Per esempio, i comportamenti di controllo del peso estremi (dieta ferrea, esercizio fisico eccessivo compulsivo, vomito autoindotto, uso improprio di lassativi o di diuretici) e il raggiungimento e il mantenimento del sottopeso e della sindrome da malnutrizione si possono verificare solo se una persona crede che il controllo dell’alimentazione, del peso e della forma del corpo siano di estrema importanza per giudicare il suo valore.
Essendo scarsa la consapevolezza della malattia e la motivazione al trattamento, servizi flessibili, facilmente accessibili e presenti sul territorio costituiscono un presidio indispensabile nella rete per il trattamento di questi disturbi. Una presenza specifica all’interno delle scuole permette inoltre di poter cogliere prodromi o comportamenti rischiosi per il futuro sviluppo di tali disturbi.
La carenza, riconosciuta ormai in modo incontrovertibile, di risorse sul territorio rivolte a tali problemi e la necessità per le persone di sostenere costi non sempre affrontabili, soprattutto in fasi economiche difficili come quella che stiamo attraversando che richiedono spesso di limitare le spese mediche o psicologiche, rende particolarmente necessario un centro competente, accessibile e gratuito.
La cooperativa Terra Mia si propone di intercettare le problematiche dell’età evolutiva e non legate al rapporto con il cibo non ancora strutturate come disturbi e offrire uno spazio accessibile di consulenza e accoglienza, di offrire percorsi di valutazione e trattamento (medico e psicologico) per problematiche già strutturate, ma senza elementi di particolare gravità e compromissione psico-fisica e di offrire spazi di accoglienza e consulenza per le famiglie. Terra Mia, inoltre, offre competenze specifiche per la formazione o percorsi di sensibilizzazione alle tematiche dei DCA in un’ottica di prevenzione, anche attraverso video e social.
Terra mia prevede percorsi individualizzati a cui si accede attraverso un primo colloquio di conoscenza in cui si possano valutare le esigenze specifiche e la situazione. È possibile effettuare una valutazione medica e psicologica. Vengono proposte consulenze specifiche o attivati percorsi individualizzati. Sono previste consulenze nutrizionali e gestione dei diari alimentari. Per tutte le situazioni intermedie o non ancora strutturate come disturbo vero e proprio, si offrono consulenze, attività formative e di supporto, anche per piccoli gruppi. Sono previste attività formative psicoeducazionali, espressive. Per le scuole verranno elaborate delle proposte specifiche a seconda delle diverse esigenze.
Vi aspettiamo, il primo colloquio è gratuito.