Tempo di bilanci per le attività di prevenzione e promozione alla salute della cooperativa. Nel 2022 abbiamo continuato con orgoglio a portare avanti e i nostri progetti di peer education: i più maturi, quelli solidamente ancorati alle scuole del territorio di Nichelino e Carmagnola, e quelli più giovani, ma molto promettenti, all’Itis Pininfarina di Moncalieri e all’Ipsia Andriano di Chieri. E c’è anche una new entry, il liceo Monti di Chieri, che ha aderito al percorso di peer education per gli alunni delle classi terze, che realizzeranno un progetto sulle dipendenze con le colleghe Giorgia Gastaldi e Dea Romano. Ci auguriamo che questo possa essere l’inizio di una ricca e costante collaborazione con una scuola che è un punto di riferimento di grande valore per il territorio chierese.
I percorsi fatti coi peer educator ci dicono che sempre di più i ragazzi polarizzano l’interesse verso tre categorie specifiche: le dipendenze da alcol, le dipendenze comportamentali (soprattutto gioco online e social) e le dipendenze affettive. E proprio quest’ultimo ambito, che rappresenta una nuova esigenza per le giovani generazioni, merita una riflessione e sottolinea la necessità per gli operatori della salute mentale di formazione e approfondimento clinico, per meglio rispondere ai bisogni degli adolescenti.
La gestione delle emozioni, delle skill relazionali e delle competenze sociali, sembra decisamente indebolita negli adolescenti e nei giovani adulti in conseguenza dell’esperienza pandemica, in particolare a causa del distanziamento sociale. Questa nuova fragilità ha portato alla ribalta il tema della dipendenza da un oggetto di amore, da un investimento relazionale, così come la paura della perdita, l’ansia da separazione, in una dialettica ambivalente tra necessità di stare in relazione e senso di sicurezza nella relazione stessa.
Come comunità educante dobbiamo raccogliere queste preoccupazioni, farne oggetto di dibattito interno e restituire risposte solide, coerenti ed efficaci ai nostri ragazzi in termini di progetti, servizi, spazi di ascolto e confronto tra pari.
Tra i progetti ormai consolidati è proseguito anche quello sull’educazione digitale rivolto agli insegnanti delle classi quarte e quinte delle scuole primarie: si tratta di “Rete senza fili”, progetto ministeriale che forma insegnanti su attività da realizzare con gli allievi, attraverso una metodologia attivo-partecipativa e nella cornice delle life skills. Anche questo 2022 si chiude con un numero significativo di adesioni da parte del territorio dell’Asl To5, che ci conferma la necessità di fare educazione digitale soprattutto agli adulti di riferimento, spesso reticenti, o poco avvezzi, a pensarsi interlocutori autorevoli nel dialogo sul digitale con bambini e ragazzi.
Sul tema dell’educazione digitale anche il progetto “Un patentino per lo smartphone” ci ha visti protagonisti come formatori e “motivatori” degli adulti: questa volta sono stati i genitori della scuola secondaria di primo grado la nostra platea, uno spazio di confronto e ascolto importante, inserito nell’ambito di un percorso che vede più partner.
Incontrare i genitori dei ragazzi è sempre un privilegio che ci impone massima attenzione, umiltà, disponibilità all’ascolto e flessibilità: madri e padri hanno un ruolo delicato e importantissimo e il compito di educare al digitale è di primaria importanza per il benessere mentale dei figli e di tutti i componenti del nucleo familiare. Quando incontriamo le famiglie siamo formatori e promotori di un dialogo peer to peer tra genitori che spesso manca fuori da scuola, per le molteplici attività in cui ciascun nucleo è ingaggiato, per la mancanza di tempo e forse anche per un po’ di volontà. Molte famiglie, inoltre, vivono la competizione nella gara al genitore perfetto e si sottraggono allo scambio, al confronto. Quando si mettono insieme in un clima libero da pregiudizi e promotore di benessere, i genitori “scoprono” di non essere soli nei problemi dell’educazione, di non essere gli unici a dover reggere il conflitto e la gestione dei “no”, di non avere il primato del dubbio: scoprono di essere affini e simili per problematiche, tutti al cospetto di figli sui quali nessuno ha un canovaccio pronto da attuare. La scoperta spesso produce un effetto sollievo, il classico “mal comune mezzo gaudio”, e innesca discussioni ricche di stimoli e spunti psico educativi molto interessanti, arrivando talvolta a produrre persino una condivisione di buone prassi utili a tutti.