L’esperienza di una psicologa con gli adolescenti di oggi
Da diversi anni la cooperativa sociale Terra Mia collabora con alcune scuole superiori di Torino ed ha attivato, all’interno delle varie sedi, uno sportello di ascolto psicologico. Negli ultimi due anni, con l’arrivo dell’emergenza pandemica, la domanda è cresciuta in modo esponenziale. Nel 2021, oltre allo sportello di ascolto, sono stati effettuati degli interventi all’interno delle classi per raccogliere il malessere che sta emergendo negli adolescenti. Le parole più frequenti nominate dai ragazzi sono state: insicurezze, ansia, attacchi di panico, disturbi alimentari, disturbi dell’umore, isolamento, impotenza, rabbia, no future.
Come psicologa e psicoterapeuta, ho percepito una fragilità profonda, un bisogno di parlare, anche se solo per un’ora, con una figura mai vista prima! I malesseri sono tanti, forse troppi per ragazzi che dovrebbero assaporare la vita, sperimentarla con energia ed entusiasmo e avere una speranza per il proprio futuro. Chi ascolta questa generazione? Chi si mette nei loro panni? Chi li rassicura? Queste domande mi portano a fare una riflessione. La sensazione è proprio quella che la gioventù di oggi sia in balia degli avvenimenti che si susseguono, ma che sia rimasta da sola ad affrontarli. Non c’è uno spazio per poter parlare delle proprie emozioni, per identificarle, capire quale sia la loro funzione e soprattutto imparare a regolarle.
E la pandemia, con le sue conseguenze di regole a-relazionali (mascherina, distanziamento sociale, isolamento) sta aumentando ancora di più questa sensazione di solitudine e di non poter avere una base sicura su cui fare affidamento. Di questa base sicura prima faceva parte anche la scuola, luogo di relazioni, di insegnamenti e di insegnanti, poi c’è stata la Dad che ha scombussolato tutto e ora, anche se si è ritornati in presenza, questa ripresa è tutta in salita: i ragazzi non sono più abituati a stare in presenza a scuola, sia a livello scolastico, sia a livello di relazioni. Molti hanno accusato fatica, nuove paure, insicurezze e difficoltà.
Il mood ricorrente riportato dai ragazzi è la sensazione di aver perso due anni della propria vita, di aver perso le esperienze che gli adolescenti devono fare per autonomizzarsi, diventare adulti e trovare il proprio posto nella società. E con la rabbia, la frustrazione, la tristezza e il dolore nel cuore, nonostante tutto stanno provando ad andare avanti.
Dottoressa Erika Trombotto