Cos’è per me lo Yoga?
E’ un atteggiamento, un ritorno a casa, uno spazio prezioso in cui ritrovare me, il mio corpo e la mia mente in un tutt’uno…
Il significato di Yoga è questo: unione, unione di corpo e mente, unione di Sè a Altro, unione tra Sè e l’Universo, partendo da ciò che tutti siamo capaci di fare e senza il quale non avremmo vita…il Respiro.
Pensare di inserire questa attività in comunità è stata una richiesta espressa proprio da alcuni ospiti, incuriositi e affascinati da una pratica che non si riduce solo al tempo delle sequenze di posizioni, ma che emette luce e benessere anche successivamente. Iniziamo ogni sequenza con un’intenzione positiva, privata e personale, ma che sia la linea guida che ci accompagna per la giornata, la settimana o che sia un’intenzione più grande.
E’ un tempo e un tempio ritrovato, ci si stacca dalla frenesia e dallo stress di tutti i giorni e lo si vede riflesso nel nostro corpo e nel nostro respiro. Aiuta la concentrazione, aiuta il distacco, aiuta a ritrovare la nostra consapevolezza, ad uscire dalle logiche di competizione e di prestazione, ci si sente meglio, più flessibili, anche nel modo di vedere le cose. Aiuta a rimettere i giusti confini e le giuste proporzioni.
Sono molto grata alle persone che in comunità hanno scelto di avventurarsi con me in questa meravigliosa disciplina e non c’è niente di meglio che condividere il loro pensiero spontaneo, genuino e vero.
Vi raccontiamo 4 ragazzi, 4 storie, 4 caratteri diversi che nel gruppo Yoga ritrovano unione, comunione e ben-essere.
In ascolto di S.
Il momento dello yoga è una pausa con sé stessi, in cui si ascolta il proprio respiro, si rivolge lo sguardo verso il nostro interno, percependo il nostro corpo con tutti i suoi punti. Il silenzio calma la mente. L’attenzione è focalizzata e centrata, risvegliamo parti del nostro corpo dimenticate. Sentiamo lo scorrere dell’energia che scioglie i blocchi e ci dona elasticità e flessibilità. Un distacco dal mondo esterno per prenderci cura di noi stessi: anima, mente e corpo nella libertà da ogni pensiero giudicante e tormentante.
Lo yoga ci solleva l’anima e la rende più libera e leggera.
In ascolto di R.
La prima attività che ho fatto appena arrivato in comunità e stato lo yoga. Ero uscito da pochi giorni dal carcere, ma mentalmente ero ancora chiuso in cella. Teresa mi ha fatto sedere sul tappetino, mi ha fatto prendere consapevolezza del respiro. Ad ogni espirazione buttavo fuori quella condizione di sofferenza psicologica. Ricordo che quaranta minuti dopo aver fatto esercizi basilari, mi sono sentino più rilassato ma anche più sciolto, rinvigorito. Avevo già fatto yoga da autodidatta, guardando video sul web, mi era piaciuto, ma farlo con una maestra che ti guida mi è stato di aiuto. Quando ho dei momenti di sconforto, praticare yoga mi aiuta a ritrovare un po’ di serenità. Mi è capitato di farlo dopo l’allenamento del mattino e trovo che sia di aiuto nei tempi di recupero. Credo che tutti e tutte dovrebbero praticarlo, anche se magari ci si sente inadeguati o goffi. Si ritrova l’elasticità, cambia il modo di respirare, si riprende consapevolezza di sé stessi. Penso che lo yoga andrebbe illustrato ai bambini e alle bambine, perché è un buon modo di stare insieme, non crea competizione, anzi, la pratica dello yoga significa unione.
In ascolto di G.
Da quando mi trovo in questa struttura, ho avuto la fortuna di praticare lo yoga, che tanto ne ho sentito parlare, ma mai l’ho praticato. Il beneficio che ho avuto, sia durante che dopo, è stato un grande senso di rilassamento, l’ho fatto solo due volte, ma mi piacerebbe praticarlo più spesso. Magari mattina e sera, che fa bene sia al corpo che allo spirito.
T.S. responsabile della Comunità Shalom (Marentino, Torino)