23 Gen, 2025

La realtà virtuale strumento innovativo per la cura dei pazienti

CATEGORIA: NEWS

Il progetto “VR and Therapy” sfrutta gli ambienti immersivi del mondo digitale in ambito terapeutico

La terapia virtuale rappresenta una modalità innovativa che utilizza gli ambienti immersivi (VR virtual reality o AR augmented reality) creati digitalmente per trattare i pazienti. Si tratta di una tecnica sempre più utilizzata in ambito terapeutico (chirurgia, terapia del dolore, psicoterapia e neuroriabilitazione). In questo modo è possibile indurre nell’utente la sensazione di interagire in un ambiente reale e quindi ricreare delle situazioni o degli esercizi che possono essere di beneficio all’azione terapeutica, condotti tuttavia in un contesto protetto e con l’affiancamento del terapeuta. L’“immersione controllata” e la possibilità di interazione sono due elementi peculiari che possono permettere di utilizzare questo strumento all’interno di un percorso psicologico. I vantaggi sono dunque l’esposizione sicura e controllata, il coinvolgimento attivo, la personalizzazione, l’efficienza in termini di tempo, la possibilità di essere utilizzata in modo complementare ad altri trattamenti.

Diversi dispositivi sono stati approvati dalla FDA (Food and Drug Administration) e la VT viene già utilizzata in una serie di disturbi quali l’ansia generalizzata, le fobie, gli attacchi di panico, il disturbo da stress post traumatico, la depressione, i disturbi ossessivi compulsivi, i disturbi dell’alimentazione, l’autismo, le dipendenze.

Inoltre si tratta di una tecnica e di uno strumento molto flessibile che può essere utilizzato non solo in ambito terapeutico, ma anche in percorsi educativi, di coaching individuale, di team building.

RV e dipendenze

Nel trattamento della dipendenza, l’utilizzo della Realtà Virtuale si basa sulla possibilità di lavorare sulla risposta ad uno stimolo collegato alla sostanza d’abuso o al comportamento problematico. La realtà virtuale “terapeutica” può ricreare quindi degli ambienti e situazioni reali che vengono affrontati per rieducare il soggetto e sviluppare nuove risposte a situazioni in cui sono presenti sostanze o innesco a comportamenti patologici. Attraverso la VR, infatti, è possibile esporre il paziente a situazioni da lui ritenute molto difficili da controllare: ha così la possibilità di imparare a gestire le sue reazioni, di conoscerne le motivazioni e arrivare a scelte alternative, nel mondo reale, per produrre un cambiamento stabile nel tempo. Anche la gestione del craving o delle ricadute (aspetti cruciali nella terapia delle dipendenze) può beneficiare della VR.

La riproduzione di situazioni altamente sollecitanti (un bar, un negozio di alcolici, una strada dove si vendono sostanze, una discoteca) possono indurre risposte nel soggetto che sono osservabili e trattabili in tempo reale e in una situazione protetta. I pazienti hanno risposte agli stimoli molto simili se non uguali a quelle della vita reale. Programmi di terapia virtuale consentono quindi di superare e di integrare i limiti delle tradizionali tecniche e di realizzare una terapia in vivo in ambulatorio o in comunità.

Inoltre, la gradualità degli stimoli che possono essere gestiti dal terapeuta consente un’esposizione adattabile alla fase di percorso del soggetto e alla sua situazione. Particolarmente interessante può essere la ricostruzione, effettuata dall’utente insieme al terapeuta e al tecnico, di ambienti “personalizzati”, che permettano di rivivere, mediante il proprio avatar, stimoli specifici legati alla propria esperienza (la propria camera, alcuni oggetti personali, alcune persone significative). In questo senso la realtà virtuale si pone non solo come strumento di desensibilizzazione, ma anche come tecnica di supporto a una psicoterapia dove è centrale l’aspetto traumatico.

Un altro vantaggio dell’utilizzo di questo metodo è che consente al paziente e al terapeuta di condividere contemporaneamente l’esperienza. Gli ambienti virtuali utilizzati per questa modalità sono infatti creati insieme, visibili e accessibili a entrambi. Il paziente si sente il protagonista del suo processo di cura, all’interno di un luogo sicuro, adattato alle sue necessità e affiancato dal terapeuta.

VR ed età evolutiva

Particolare interesse riveste l’utilizzo della realtà virtuale o aumentata in età evolutiva. Questo, infatti, può costituire uno strumento particolarmente innovativo e accattivante per pazienti in trattamento per problematiche psicologiche o psichiatriche. I minori in trattamento, spesso in difficoltà in setting più tradizionali, possono beneficiare di un approccio maggiormente coinvolgente ed allo stesso tempo personalizzato, che aiuti la dimensione di consapevolezza e di “dare parole” alla sofferenza.

In particolare, nelle situazioni di ansia sociale o fobie può essere utilizzata per simulare situazioni sociali o stimoli che creano paure che possono essere gestiti in modo graduale e controllato.

Nel disturbo da deficit di attenzione e iperattività la realtà virtuale può essere usata per migliorare la concentrazione e il controllo degli impulsi; giochi ed attività interattive che richiedono attenzione e capacità di risolvere i problemi possono aiutare a sviluppare abilità cognitive e comportamentali. Nell’autismo o nei disturbi dello spettro autistico, la VR può essere un utile strumento per migliorare le competenze sociali e comunicative. Simulazioni di interazioni sociali e scenari quotidiani possono aiutare i ragazzi a imparare a riconoscere e rispondere alle emozioni degli altri, sviluppando abilità importanti per la vita quotidiana. In situazioni di disabilità cognitiva o motoria, si può lavorare sul migliorare le competenze, le capacità, il movimento, la coordinazione, la percezione.

Nei disturbi post traumatici da stress, la VR può essere utilizzata per processare e affrontare ricordi dolorosi in un ambiente sicuro o creare situazioni di rilassamento e detensione.

Quindi in generale gli obiettivi possono essere psicologici, cognitivi, riabilitativi, di rinforzo delle life skill, di rilassamento. Vi sono tuttavia alcuni elementi a cui porre particolare attenzione in questa fascia d’età che riguardano il sovraccarico sensoriale e la dipendenza dalla tecnologia. Questi rischi possono essere superati grazie alla mediazione del terapeuta e all’ambito controllato in cui si svolgono le attività.

Proposte della Cooperativa attualmente in corso

La Cooperativa sta investendo su questo ambito a integrazione e implementazione degli interventi  dei progetti in corso. In particolare le proposte in avvio al momento sono:

  • Percorsi terapeutici individualizzati rivolti a ospiti delle comunità con problematiche di dipendenza psicologica
  • Percorsi individuali o a piccoli gruppi rivolti a bambini o adolescenti inseriti in percorsi residenziali di cura
  • Ciclo di sedute per pazienti con problematiche di ansia, fobie, attacchi di panico
  • Percorsi inseriti in attività di coaching personale

I percorsi e le attività mediante l’uso di realtà virtuale prevedono l’utilizzo di strumenti specifici (visore, computer, schermo). La possibilità di visualizzare su uno schermo ciò che avviene sul visore permette anche un’attività in piccoli gruppi.

Direzione scientifica del progetto: Dr.ssa Giulia De Ferrari (medico, psicoterapeuta); Giampiero Gigli (informatico, esperto in realtà virtuale e tecniche immersive).