26 Ott, 2021

Terra Mia in Europa

CATEGORIA: PUBBLICAZIONI

Settembre ha messo le ali a Terra Mia, per volare nella verde Polonia a scambiare buone pratiche e sguardi sul mondo degli adolescenti. Fulcro e motore del viaggio, un progetto Erasmus Plus, promosso e finanziato dall’Unione Europea, dal titolo “YOUTH IN RISK”, che ha raccolto attorno all’Ente capofila polacco PO DRUGIE, una serie di partner europei, provenienti prevalentemente dall’area del Mediterraneo: Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Bulgaria le Nazioni al tavolo dei partecipanti, rappresentate ciascuna da 4 membri scelti previa selezione.

Otto le giornate per discutere e condividere nozioni e buone prassi in materia di giovani e moderne sostanze psicoattive, declinate nel campo della Prevenzione, del Trattamento e della Riduzione del danno. Le giornate di training che ciascuna Nazione ha avuto il compito di preparare ed esporre alle altre partecipanti dovevano avere carattere il più possibile attivo e partecipativo, comprendendo la gestione di giochi rompighiaccio e di numerose attività di team building, così come l’organizzazione di serate a tema per presentare il Paese rappresentato.

L’esperienza è stata davvero intensa, come sempre quando ci si confronta con la Diversità: di linguaggio, di abitudini, di professione, di bagaglio culturale, e si esce dall’ombelico del mondo cui crediamo di appartenere per immergerci in altri usi e costumi, in altri problemi e altre leggi che li governano.

Dopo una prima giornata di focus sulle moderne sostanze psicoattive (ma anche sulle classiche come alcol, cannabis, cocaina ed eroina), sui loro effetti a breve e lungo termine e sui luoghi di reperimento tra i giovani, il meeting è entrato nel vivo del programma con lo scambio di strumenti e metodi.

Cosa vuol dire per una giovanissima alcolista senza fissa dimora restare incinta in un Paese come la Polonia dove l’aborto è illegale? Come si attrezza quello stesso Paese quando pensa ad interventi di prevenzione all’uso di sostanze negli Istituti Scolastici?

Che cosa significa essere un giovane tossicodipendente omosessuale e appartenere alla comunità LGBTQ+ in un paese dalla cultura machista e permeato da visioni religiose rigidamente ortodosse? Quali sono le iniziative messe in campo dalle Associazioni che operano in strada per trattare un problema che è non solo sanitario e di ordine pubblico, ma anche culturalmente radicato?

Che cosa è lo STIGMA e come si può arginare il fenomeno della stigmatizzazione attraverso politiche sociali e azioni concrete nelle nazioni europee?

Come si lavora nelle scuole d’Europa sul tema delle life skills, dato l’ampio e indiscusso riconoscimento della loro importanza nel rinforzare i fattori di protezione dei ragazzi e ridurre il rischio della dipendenza da sostanze?

A queste e a tantissime altre domande hanno risposto i partecipanti attraverso lezioni, discussioni plenarie, focus group, ma anche giochi e attività interattive.

Come rappresentante del team italiano, e nello specifico come rappresentante della Cooperativa Terra Mia, sono stata felice di condividere con i nostri vicini di casa europei tutte le buone prassi che compiamo nelle azioni di Prevenzione alle Dipendenze con i ragazzi che incontriamo nelle scuole: dalla Peer Education ai laboratori in classe sulle life skills, dalle formazioni per genitori al metodo Unplugged per gli insegnanti, le nostre attività hanno riscosso un grande successo tra i partecipanti.

Anche la narrazione delle attività di Da Grande Voglio fare lo Youtuber, come intervento di Prevenzione alle dipendenze da Internet e al cyberbullismo, hanno mosso curiosità e una vivace discussione sul ruolo degli insegnanti, che deve essere il più possibile attivo anche in presenza dell’esperto in classe. In alcuni Paesi, pur essendocene grande necessità, i professionisti psicologi in classe possono svolgere solo attività clinica e di “pronto soccorso” in caso di gravi agiti accaduti nel gruppo classe.  L’esperto insomma arriva in aula a fatto avvenuto, per raccogliere i cocci dei superstiti.

Vivo apprezzamento ed emozione hanno evocato i prodotti dei recenti percorsi di peer education svolti all’Istituto Giulio di Torino e al Pininfarina di Moncalieri, così come il progetto sul cyberbullismo realizzato per la Scuola Media King di Grugliasco: alcune copie dei calendari e degli adesivi con i meme realizzati dai ragazzi durante e subito dopo la pandemia sono state portate e regalate al gruppo dei partecipanti, ed hanno destato una grade emozione, nonostante la fatica di rendere in traduzione dall’italiano all’inglese tutte le sfumature linguistiche, dal grottesco all’ironico, così immediatamente evocative nella nostra. Lo sforzo è stato ripagato dall’entusiasmo mostrato dai colleghi europei, sia per l’idea originale del prodotto, sia per la pregnanza dei temi trattati che hanno evidenziato la sensibilità e la voglia di stare bene di questi ragazzi.

Nella speranza che questa in Polonia sia la prima di una serie di avventure formative e di scambio in Europa, troveremo il tempo per esplorare possibilità che ci vedano partner, o promotori di questi ed altri progetti, che diano respiro sempre più lungo al lavoro che ogni giorno la Cooperativa svolge per il benessere dei ragazzi, che sono, qui e ovunque, il nostro futuro.

S.V.